Multa di 300 euro alla donna che ha comunicato a una signora di essere l’amante del suo compagno. “Lesivi della dignità oltre che del decoro e dell’onore della persona offesa”
Cornuta sì, “mazziata” no. Dalla Cassazione arriva una sentenza che sancisce come “lesione della dignità” il caso di una signora che ha saputo del tradimento del compagno da un sms spedito proprio dall’amante. Inammissibile quindi il ricorso di una donna calabrese di 36 anni condannata dal Tribunale di Castrovillari al pagamento di 300 euro per molestie ai danni di un’altra donna, pena poi sospesa con la condizionale.
Cinque gli sms incriminati. In questi messaggi la donna informava l’altra del tradimento del convivente, descrivendo inoltre le espressioni sprezzanti usate dall’uomo nei confronti della compagna, da cui ha avuto una figlia.
A poco sono servite le giustificazioni dell’amante, secondo la quale gli sms sono stati solo cinque e la relazione clandestina era ormai ben nota a tutti. Per la Cassazione gli sms erano comunque “lesivi della dignità oltre che del decoro e dell’onore della persona offesa”.
Piazza Cavour ha evidenziato inoltre che legittimamente la donna è stata condannata per il reato di molestia che “può essere arrecata anche mediante l’invio di brevi messaggi di testo”. Per avere rivelato il tradimento tramite telefonino la donna, cui la multa è stata condonata, dovrà comunque pagare le spese processuali oltre a 1000 euro alla cassa delle ammende per avere fatto perdere tempo alla giustizia.
LA REPUBBLICA