Nella mia lunga carriera di avvocato matrimonialista mi sono occupato incessantemente anche di separazione per tradimento, infedeltà matrimoniale e risarcimento danni da infedeltà coniugale. Ormai posseggo un osservatorio privilegiato. Non si contano le storie rinchiuse nei fascicoli del mio archivio segreto “infedeltà coniugale”.
Separazioni per infedeltà coniugale
Le cause più frequenti delle separazioni e divorzi sono nell’ordine l’infedeltà coniugale, la noia dello stare insieme che crea la routine, la violenza, l’ingerenza dei suoceri che spesso sono raccontate in storie presenti nei giornali con titoli come “moglie tradisce marito”, “marito scoperto in relazioni extraconiugali”, “Reato di adulterio, tradimento ed amante” e tanti altri simili.
Questa volta intendo trattare l’infedeltà coniugale e le sue conseguenze giuridiche. Il codice civile parla chiaro. Essere fedeli nel matrimonio è un obbligo come recita l’art. 143 del codice civile. Non è soltanto una questione morale ed affettiva.
Infedeltà coniugale in Italia e come fenomeno
Che poi l’infedeltà coniugale sia un fenomeno diffusissimo è un’altra storia. Negli ultimi decenni tante cose sono cambiate nel nostro Paese sia in termini di costume che di diritto. Basti pensare che fino al 1968 l’infedeltà coniugale era reato (adulterio e concubinato), reati poi abrogati. Da quel momento l’infedeltà è solo un illecito civile che, tuttavia, può determinare conseguenze piuttosto gravi sia per l’addebito che per il successivo risarcimento dei danni.
Fino al 2010 l’infedeltà era punita quasi in automatico (es. tradimento moglie), a condizione che non fosse reciproca o accettata.
Poi la Cassazione ha opportunamente sancito princìpi condivisibili secondo cui essa deve essere rigorosamente valutata caso per caso, nel senso che il giudice deve accertare se il tradimento sia stata la causa della crisi coniugale o la conseguenza di una crisi coniugale già in atto da tempo.
Pertanto sta al tradito provare che l’infedeltà coniugale è stata la causa scatenante della crisi coniugale nell’ambito di un matrimonio sereno.
Se invece è provato che l’infedeltà è stata la conseguenza di anni di crisi, di allontanamenti, da disamore, violenze, rifiuto di rapporti sessuali da parte del tradito, in tal caso non sarà sanzionata con l’addebito e non potrà essere oggetto di un’azione di risarcimento dei danni patrimoniali e non.
Tali nuovi orientamenti che ormai sono univoci hanno rappresentato una grande rivoluzione del diritto di famiglia italiano. Ciò ha significato che sono diminuiti gli addebiti delle separazioni perché gran parte delle infedeltà coniugali sono state considerate dai giudici il frutto di un amore finito da un pezzo.
Dunque non tutte le corna sono sanzionabili o risarcibili, ma non sempre le infedeltà restano impunite.
Chi ritiene che ormai l’addebito per infedeltà coniugali sia di fatto uscito di scena si sbaglia di grosso.
La fedeltà coniugale e il diritto di famiglia
La fedeltà coniugale resta un caposaldo del nostro diritto di famiglia, a nulla rilevando per esempio che tale obbligo non sussista nelle unioni civili (Legge 76/2016) per le quali ho scritto un manuale per la Giuffrè con il Giudice Annamaria Fasano con la prefazione di Monica Cirinnà. Certo è che differenziare da questo punto di vista il matrimonio dalle unioni civili (che sono un matrimonio a tutti gli effetti) è stato un errore grossolano, tanto per usare un eufemismo, ma questa è un’altra storia.
A seguito di tali pronunce della Suprema Corte circa la necessità di accertare caso per caso il nesso di causalità tra l’infedeltà coniugale e la crisi coniugale, nel rapporto causa/effetti, ha illuso molti fedifraghi della loro “impunità” anche se scoperti sul fatto. Si sono sbagliati di grosso. Che sia più difficile ottenere l’addebito lo sappiamo noi specialisti in diritto di famiglia, ma che le corna siano sempre un fatto neutro è assolutamente falso. Ancora oggi ottengo l’addebito a seguito di infedeltà coniugali giudicate come la causa di una crisi, e procedo anche per il risarcimento dei danni, come compiutamente spiegherò in seguito.
E’ certo che organizzare una causa di separazione giudiziale con istanza di addebito è molto difficile e impegnativo. La gente non sa molte volte che una separazione giudiziale è lunga e caratterizzata da una imponente mole di lavoro del legale, caratterizzata da vari momenti processuali, da atti, dalla fase presidenziale a quella istruttoria e poi fino alla fase decisoria, senza contare sbocchi in Appello e
Cassazione. Ed è una fatica immane per l’avvocato matrimonialista gestire anche il dolore e le ansie di giustizia degli assistiti. Un lavoro massacrante, credetemi. Una separazione giudiziale senza istanza di addebito è molto più facile.
Il processo è come un palazzo, si parte della fondamenta. E le fondamenta nel processo sono le prove. Non si può imbastire una causa di separazione giudiziale con richiesta di addebito senza prove. Le prove possono essere quelle scoperte da un bravo investigatore privato, dai testimoni, da lettere, chat, scontrini di ristoranti o fatture di alberghi, da confessione scritta del/la traditore/trice o da foto raccolte sui social.
Poi dopo aver raccolto le prove del fatto/tradimento coniugale, occorre portare o formare le prove che quando si è consumata l’infedeltà coniugale il matrimonio non era affatto in crisi. E quindi occorre provare anche con testimoni che tutto andava a gonfie vele, che la coppia era serena, organizzava viaggi e vacanze, progettava il futuro, e non dava segnali di crisi coniugale. E poi ancora occorre provare che la vittima della infedeltà coniugale si era sempre comportata bene durante il matrimonio e aveva rispettato le regole del matrimonio sancite dall’art. 143 c.c.
Come vedete non si tratta di una causa qualsiasi.
Avvocato esperto in risarcimento danni da infedeltà coniugale
E non tutti gli avvocati possono buttarsi senza paracadute in queste vicende senza un’adeguata preparazione. Di solito un avvocato inesperto fa perdere cause che su potevano stravincere a mani basse.
Di qui la necessità di scegliere un ottimo avvocato divorzista o come si dice il migliore avvocato matrimonialista, che non è tale da ciò che scrive di se sul proprio sito, ma dalla sua esperienza sul campo e dagli anni di effettiva esperienza maturata in una materia difficilissima e scivolosa come quella del diritto delle relazioni familiari.
Occorre stare attenti a quegli studi che dichiarano con disinvoltura di occuparsi di tutto lo scibile del diritto o che millantano sedi effettive in tante città ma che in realtà operano soltanto in una sede o sono collegati ai meri day office. Il codice deontologico dell’avvocato impone la preparazione e la formazione continua. Nessun avvocato deve accettare incarichi in materie che non conosce in modo adeguato.
Occorre pertanto strutturare la causa nel modo migliore per avere maggiori probabilità di successo, anche perché non bisogna mai sottovalutare le capacità degli avvocati di controparte. E’ chiaro che poi bisogna essere fortunati nel capitare con magistrati preparati e volenterosi, altrimenti diventa dura.
Addebito della separazione per infedeltà coniugale
La posta in gioco è elevatissima. L’addebito è una sanzione grave sul piano giuridico e morale. E tutti vendono cara la pelle.
L’addebito produce conseguenze gravi come la perdita del diritto all’assegno di mantenimento in sede di separazione e divorzio (e di quota del TFR dell’altro coniuge) alla pensione di reversibilità e ai diritti successori.
Capite cosa significa?
Ecco perché una causa del genere va preparata al meglio, senza badare al risparmio o rivolgersi al cugino avvocato o al primo legale che si incontra per strada che promette vittorie sicure a prezzi stracciati.
L’addebito è una base formidabile per richiedere in separata sede il risarcimento dei danni da infedeltà perché esso rappresenta una sanzione già vagliata da un tribunale o da giudici di grado superiore. Il risarcimento danni non può essere richiesto in sede di separazione ma in altra sezione del tribunale e con autonomo giudizio.
Si può tuttavia procedere anche senza aver ottenuto l’addebito.
Tale procedura non presuppone la fase della preliminare media conciliazione come condizione di procedibilità.
Anche per questo tipo di cause si deve partire dalle prove non tanto sul presupposto, bensì sul quantum (la somma da ottenere a titolo di risarcimento da infedeltà coniugale). Non è facile ottenere risarcimenti significativi senza provare l’esistenza e l’ effettiva entità dei danni.
I danni da risarcimento da infedeltà coniugale possono essere patrimoniali e non.
Innanzitutto è fondamentale stabilire anche le modalità in cui si è consumata l’infedeltà coniugale. Non tutte le infedeltà coniugali sono uguali. C’è l’infedeltà, addebitata o non, che si è consumata in modo discreto, che è stata scoperta con difficoltà, e quella plateale e ostentata. Se la prima ha procurato dolore e sconforto per la fine di un legame importante e di un grande investimento di vita, la seconda ha leso l’onore e l’immagine della vittima della infedeltà coniugale. Siamo su due piani molto diversi.
Nel secondo caso ottenere il risarcimento è più agevole.
La lesione della dignità umana è un fatto grave. Il coniuge che in modo irriguardoso si accompagna con altri partner nella stessa zona dove vive la famiglia o gli amici comuni, che frequenta luoghi o locali in cui è altamente probabile essere scoperto, o che pubblica foto compromettenti sui social, oltre ad aver violato l’art. 143 cc, ha commesso l’illecito di aver leso l’onore e l’immagine dell’altro coniuge e degli stessi figli. Tale illecito, ossia il danno da tradimento disonorevole, ai sensi dell’art. 2043 c.c., è sanzionato ancor di più se chi ha subìto tale danno è persona nota.
Ancora più grave è la nascita di figli di altri partner concepiti durante il matrimonio in quanto tale evento destabilizza l’intera famiglia e determina conseguenze economiche significative in quanto i figli nati fuori dal matrimonio, a prescindere dalle circostanze, sono equiparati ai figli nati nel matrimonio, sia in termini di diritto al mantenimento che per quanto riguarda i diritti successori.
E’ evidente quindi che il giudice in questi casi nomina un CTU per accertare i danni, che possono essere anche biologici se dal trauma che ha patito il coniuge tradito sono derivati danni fisici. Non dimentichiamo che ci sono persone che una volta scoperta l’infedeltà del coniuge, specie se plateale, vivono questo dramma come un vero e proprio lutto senza rimedio.
Ogni causa fa storia a se, ma il giudice è chiamato a sanzionare comportamenti palesemente irriguardosi della dignità di una moglie o di un marito. Anche i danni psicologici vanno adeguatamente accertati in sede di giudizio. Essi possono essere lievi o gravi.
Alla fine il giudice può liquidare danni morali, di immagine, e biologici.
La somma del risarcimento può essere molto elevata in base a quanto è emerso nella fase istruttoria, tuttavia le parti possono anche siglare un accordo transattivo per porre fine alla causa.