Premesso che ogni avvocato, per il ruolo sociale e costituzionale che riveste, ha il dovere di garantire il proprio patrocinio a tutti i cittadini senza operare squallide distinzioni di genere o di altra natura, non vi è dubbio alcuno che la disgregazione familiare rappresenti per i padri separati un momento particolarmente difficile e doloroso che rischia troppe volte di comprometterne la vita, la dignità e il legame con i figli.
Si fa un gran parlare negli ultimi tempi del patriarcato nel nostro Paese e delle conseguenze nefaste che esso rivestirebbe nei rapporti tra uomo e donna e nel drammatico fenomeno della violenza di genere. Non c’è dubbio che esistano ancora tracce di questo modello familiare, ma, in
realtà, il patriarcato in Italia è morto e sepolto da decenni.
Più che di patriarcato familiare, che segue schermi rigidi, in Italia resiste un pervicace maschilismo, vero male culturale, che comprime i diritti del mondo femminile a tutti i livelli. Ma
questa è un’altra storia.
Padri separati e diritto di famiglia
Tuttavia, se analizziamo sul piano squisitamente statistico i provvedimenti assunti nell’ambito del diritto di famiglia degli ultimi quattro decenni, si può affermare che il patriarcato sia stato sostituito da una forma di matriarcato giudiziario che si fonda sul discutibilissimo principio della “maternal preference”, che rappresenta un pericoloso ritorno al modello familiare arcaico che relegava la donna (madre) ad una mera allevatrice di figli e il padre all’unica fonte di reddito, del tutto disimpegnato dalle esigenze della prole.
Secondo quel modello l’unico genitore in grado di allevare i figli era la madre. Ma si dà il caso che dagli anni 60 ad oggi la nostra società sia del tutto cambiata, come è cambiato il ruolo della donna nella società e nel mondo del lavoro. La donna oggi non è più sempre una casalinga e allevatrice di figli. Dunque non è più l’unico genitore che si prende cura della prole. Oggi lo possono fare anche i padri.
Padri separati e procedure familiari
È risaputo, senza timore di smentita, che nelle procedure familiari i padri, dalla riforma del 1975 in poi, non abbiano mai avuto voce in capitolo nelle procedure familiari. Essi sono ancora oggi derubricati a meri pagatori di assegni di mantenimento dei figli (e a volte delle ex mogli), oltre a tutti gli altri oneri come il mutuo e il canone di locazione della casa coniugale che nel 90% dei casi viene assegnata in godimento alle mogli in quanto collocatarie dei figli, per non parlare delle spese straordinarie.
In sostanza, nonostante la legge 54/06 (legge Paniz) che ha introdotto l’affidamento condiviso in Italia, molti padri separati o divorziati escono di fatto dalla vita dei figli o diventano tristi meteore del fine settimana alternato.
Fatto sta che nel nostro Paese le rivoluzioni sono sempre state lente e hanno dovuto superare sentieri tortuosi. Siamo un Paese difficile, ingabbiato da mille luoghi comuni, divisioni, schemi rigidi e antiquati. Siamo sempre stati ultimi in Occidente in tema di tutela dei diritti civili e delle grandi riforme in diritto di famiglia: ultimi nel varare il divorzio, ultimi nella parità tra uomo e donna, ultimi a introdurre l’istituto dell’affidamento condiviso, ultimi nel consentire le unioni
civili.
Sempre ultimi. Dall’essere la culla del diritto siamo diventati la tomba del diritto.
Come vanno tutelati i padri separati?
È di fondamentale importanza che un avvocato matrimonialista sia in grado di tutelare i padri separati e i loro figli, nelle cause di separazione, divorzio e familiari in genere.
Quando si instaura una causa familiare l’avvocato famoso, esperto e specializzato in diritto di famiglia deve provare la capacità genitoriale del padre separato che difende affinché quest’ultimo non venga estromesso dalla vita dei figli.
Purtroppo le “superiori capacità genitoriali” delle madri separate, secondo la maternal preference, si danno per scontate, mentre le capacità genitoriali dei padri devono essere sempre rigorosamente provate. Questo è il terreno
sottoculturale su cui si deve muovere un avvocato matrimonialista, specializzato in diritto delle relazioni familiari, quando deve tutelare in sede giudiziaria un padre separato che sta perdendo tutto.
Eppure non è scritto da nessuna parte del codice civile che la figura materna sia sempre più capace di quella paterna a prendersi cura dei figli. Questo è solo un odioso retaggio che resiste alle battaglie culturali degli ultimi anni che hanno rivendicato la parità tra i sessi, in ogni ambito sociale, professionale e familiare.
Discriminazioni di genere
Non è facile tutelare un padre separato, lo sanno tutti.
Contro di lui viene attuata una insulsa discriminazione di genere, che leggiamo tra le righe degli atti processuali.
Ci sono ancora addetti ai lavori (avvocati, magistrati, psicologi, sociologi, pedagogisti, assistenti sociali) che vorrebbero abrogare l’affidamento condiviso (che vedono come il male assoluto).
Il pericolo del nostro diritto di famiglia è dato dalla presenza fuori controllo di tuttologi o dalle spinte reazionarie di un becero femminismo di retroguardia che non rivendica più i sacrosanti diritti delle donne, ma sta pericolosamente attuando lo scontro ad oltranza contro il mondo maschile in quanto tale. Cioè si tratta di un nuovo femminismo sempre più simile al maschilismo, e non più un sano movimento di lotta per la civiltà e la giustizia sociale.
Gli avvocati matrimonialisti che si sono specializzati hanno, dunque, il dovere morale e sociale di cambiare questa ingiustificata discriminazione contro la paternità.
Peraltro sono i figli ad avere il diritto di stare con i loro papà separati. Non è una battaglia di padri contro madri. È una battaglia per i figli.
Le condizioni economiche dei padri separati. I padri alla mensa della Caritas
Molti padri separati cadono in miseria a seguito di una separazione o di un divorzio. Essi rappresentano un esercito di circa un milione di persone che cercano di sopravvivere nelle condizioni di vita più disagiate.
I padri separati, come accade nella maggioranza dei casi, perdono la disponibilità della casa coniugale (anche se di loro proprietà) che viene assegnata alla moglie (o alla convivente) quando ci sono i figli. Inoltre sono costretti a sobbarcarsi altre spese per reperire un’altra casa e provvedere alle proprie esigenze.
Se poi godono di uno stipendio medio (euro 1.500,00 al mese) e peraltro sono obbligati a pagare assegni e mutui, rischiano di entrare nel club dei nuovi poveri e fare la fila alle mense della Caritas per non morire di fame. Tale realtà è accertata statisticamente tra l’indifferenza generale, come se la condizione dei padri separati non fosse un grave problema sociale degno di attenzione e risposte o come se essi dovessero pagare le colpe dei “padri padroni” del secolo scorso.
Attenzione, la legge tutela tutti, e sulla carta non discrimina i padri separati e non opera distinzioni di genere. È la mentalità degli addetti ai lavori che stravolge la legge e la tradisce.
Approfondisco l’argomento anche nei miei libri, i quali sono consultabili attraverso la pagina dedicata al catalogo delle pubblicazioni.
I padri separati e l’affidamento condiviso
La legge 54/2006, che introdusse l’affidamento condiviso in Italia, non ha ancora risolto e tutelato i diritti dei figli alla bigenitorialità. Ancora oggi esistono nelle aule di giustizia “i talebani e le talebane” dell’affidamento esclusivo.
Questa legge è stata applicata poco e male perché non è stata compresa nella sua sacralità. Purtroppo, secondo alcuni irresponsabili, i figli sono soltanto meri oggetti di “tutela” come se fossero un bottino di guerra, un’arma di vendetta e ricatto. I minori, invece, sono soggetti di diritto a tutti gli effetti.
Le convenzioni internazionali di New York e di Strasburgo, benché ratificate dall’Italia, non hanno cambiato né migliorato la mentalità di una certa giustizia italiana e di una certa “cultura” da salotto.
La legge 54/06 è ancora solo un’etichetta, una mera enunciazione di principio, una presa in giro. Perché noi italiani siamo i campioni del mondo a sfornare leggi e poi trovare il modo di interpretarle a nostro uso e consumo.
Il ruolo di un famoso avvocato divorzista a Milano e Roma
Un famoso avvocato divorzista di Milano e Roma e di qualsiasi altra città deve essere preparato a gestire il dolore e la frustrazione dei padri separati e deve dare loro la forza di resistere per non perdere il contatto con i figli e la voglia di andare avanti.
Dal punto di vista culturale nel nostro Paese, dal 1975 ad oggi, si è attuato un vero e proprio parricidio di massa: il padre da distruggere nel nome di un regolamento di conti con la storia.
Dagli anni 70 ad oggi la figura del padre è stata trattata come quella di un genitore di serie b, quando invece l’esperienza ci insegna che molti padri sono idonei e capaci quanto le madri a prendersi cura dei figli (se non di più).
I padri separati di oggi. I mammi.
I padri separati delle nuove generazioni non a caso sono definiti “mammi”. Sono più presenti e disponibili di quelli di una volta. Da quando mancano i padri, ci stiamo accorgendo con preoccupazione che mancano riferimenti importanti per i figli, mancano le regole, mancano gli
esempi, mancano i confronti.
Oggi i ragazzi, figli di genitori separati o divorziati, sono in crisi di identità (e di valori) perché sono privi di un riferimento paterno. I figli delle coppie separate, dopo che il padre è stato alienato, vivono in contesti materni perlopiù femminili. Questa situazione può creare problemi all’equilibrio psicologico di questi ragazzi.
Perché materno e paterno devono camminare insieme con le loro diversità e ricchezze.
SOS padri separati
Dunque l’avvocato matrimonialista dei giorni d’oggi deve attuare il cosiddetto piano “SOS padri”, cioè quella strategia immediata per evitare che i padri separati vengano, a poco a poco, retrocessi a meri pagatori di soldi (babbomat), perdendo così ogni quotidianità con i loro figli.
I tempi di permanenza dei figli con i papà In media i tempi di permanenza dei figli con i padri separati (anche in affidamento condiviso) sono di otto giorni mensili.
Come si fa a parlare di affidamento condiviso quando esiste una tale sperequazione dei tempi, tra padri e madri, a stare con figli?
Si sa che purtroppo i figli sono l’ago della bilancia per l’assegnazione della casa coniugale. La casa coniugale viene assegnata in automatico al genitore collocatario (nel 90% la madre). Ecco perché l’aspra battaglia si concentra sull’affidamento dei figli. I figli portano casa e soldi. I figli
servono…
Ciò spiega perché alcune madri irresponsabili (ma anche padri) abbiano tutto l’interesse economico a frapporre ostacoli nel rapporto dei figli con l’altro genitore. In alcuni casi addirittura si attua a tavolino un programma di svalutazione e delegittimazione del padre (talvolta anche
della madre) per allontanarlo dai figli.
Molti figli subiscono il lavaggio del cervello. C’ è una letteratura vastissima su queste dinamiche. Che la PAS non sia stata riconosciuta scientificamente come sindrome non significa affatto che
non esistano strategie orrende (e dannose) che mirino ad allontanare i figli da un genitore. Tali strategie, peraltro punite in sede penale (art. 388 c.p.) sono poste in essere da genitori criminali e avvallate da qualche “avvocato/a” del tutto indegno/a di indossare la toga.
Diceva un avvocato famoso in diritto di famiglia e minorile che molte coppie si contendono i figli come se fossero carne da macello.
Le strategie per la tutela dei padri separati
Dunque il grande avvocato matrimonialista, che tutela i padri separati, deve provare in giudizio, e con tutto il vigore possibile, che il proprio assistito sia perfettamente in grado di accudire i figli, di accompagnarli nelle attività ludiche e ricreative, di organizzare le loro giornate, di preparare i pasti, di impartire le regole giuste.
L’avvocato familiarista– quando deve affrontare una causa in difesa di un padre – deve ricostruire storicamente ciò che è avvenuto prima della separazione, individuare i testimoni, consultare psicologi infantili, dimostrare che il proprio assistito è sempre stato organizzato per crescere nel miglior modo possibile i suoi figli. E che non merita di essere derubricato a mero padre del weekend alternato.
I nostalgici dell’affidamento esclusivo, quello monogenitoriale, tanto per intenderci, ritengono che, in fondo, la qualità del rapporto tra un genitore e un figlio non dipenda dalla quantità del tempo riservato loro. È una teoria folle.
Occorre garantire, invece, qualità e quantità dei tempi di permanenza dei genitori con i figli. La qualità dei tempi, senza una giusta e significativa quantità, non serve a niente.
Dunque un avvocato esperto di tutela dei padri separati deve puntare ad ottenere, sia nelle procedure consensuali che in quelle giudiziali, i tempi giusti di affidamento affinché il rapporto padre-figli non si disperda e i figli non crescano nella percezione che la paternità sia una genitorialità di rango inferiore, figlia di un Dio minore.
I padri separati e gli assegni di mantenimento
Occorre difendere il padre separato anche sul piano economico. Spesso le richieste delle mogli e compagne sono esorbitanti e predatorie.
Come già detto, i padri separati perdono la disponibilità della casa coniugale (o familiare nel caso delle “convivenze more uxorio”), anche se il bene è di loro esclusiva proprietà, con tutto quanto in essa contenuto (mobili, suppellettili, elettrodomestici).
A farne le spese spesso sono anche i genitori dei padri separati, i nonni paterni che spesso sono trattati come nonni di serie b rispetto a quelli materni, che invece fanno la parte del leone e che stanno con i nipoti tutto il tempo che vogliono.
I nonni paterni non solo seguiranno la sorte del loro figlio separato, nel senso che potranno stare con il nipotino in tempi risicatissimi, ma rischieranno di perdere la disponibilità di un loro immobile di proprietà se lo avevano precedentemente concesso in comodato d’uso al figlio
sposato (o che ha allacciato una convivenza dalla quale sono nati figli).
Dunque l’avvocato, che si occupa delle problematiche dei padri separati, deve evitare che il proprio cliente sia obbligato a versare assegni di mantenimento sproporzionati e vessatori in favore della ex consorte o dei figli, rischiando di finire sotto i ponti.
Diritti dei padri e provvedimenti giudiziari
Quotidianamente, infatti, si leggono provvedimenti giudiziari insensati che non tengono conto del diritto di un padre di continuare ad avere una via di uscita dal disastro della disgregazione della sua famiglia.
Tuttavia i padri che si stancano di combattere rischiano di uscire di scena per sempre. E questo è imperdonabile.
Ciò che l’avvocato di un padre scrive in un atto difensivo, sarà letto dai figli in futuro, quando essi saranno maggiorenni e avranno il diritto di consultare gli atti che hanno deciso della loro vita.
Bisogna, dunque, lasciare una traccia a futura memoria delle battaglie e dell’amore paterno. Un domani i veri giudici saranno i figli che potranno capire chi dei genitori aveva lottato per loro e chi, invece, aveva giocato sporco usandoli come oggetti.
Le false denunce contro i padri separati
Attenzione alle false denunce contro i padri separati. Quando si presentano le prime avvisaglie del conflitto e la separazione diventa inevitabile, è meglio che un marito o un convivente lascino la casa coniugale per evitare litigi davanti ai figli e subire una denuncia penale.
In certe vicende, lo sanno tutti gli addetti ai lavori, ci sono mogli e compagne conviventi calunniatrici che inventano di essere state vittime di maltrattamenti per distruggere il marito o il compagno (e ottenere subito l’affidamento esclusivo dei figli).
Dunque bisogna essere esperti e bravi a raccogliere subito le prove dell’innocenza del padre separato attraverso l’intervento di un avvocato penalista specialista in reati contro la famiglia.
Questo spiega perché un avvocato matrimonialista deve essere anche e soprattutto un avvocato penalista esperto in reati familiari.
In conclusione tutti hanno diritto ad una tutela legale degna di tal nome. È difficile difendere le tante donne vittime di violenza, ma è altrettanto difficile difendere gli uomini vittime di altre forme subdole di violenza. Ecco perché bisogna essere avvocati completi, capaci di difendere i diritti di tutti, senza pregiudizi o preferenze di genere.
Un avvocato che opera discriminazioni o ragiona in base al proprio genere di appartenenza non è degno di essere definito avvocato! È solo un abusivo iscritto all’albo.
L’avvocato Gian Ettore Gassani, famoso avvocato scrittore, Presidente dell’AMI (Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani) ha pubblicato vari saggi che hanno trattato anche della grave condizione dei padri separati in Italia.
Tra questi libri di successo ricordiamo “I perplessi sposi”, “Vi dichiaro divorziati”, “C’eravamo tanto armati” e “La guerra dei Rossi” (Diarkos Editore).
Questi saggi romanzati di Gian Ettore Gassani, che hanno ricevuto numerosi prestigiosi premi letterari, sono acquistabili attraverso Amazon in formato cartaceo, ebook e audiolibro (con Audible) e in tutti gli altri store online.
Per richiedere la consulenza dell’Avvocato Gian Ettore Gassani
Per richiedere la consulenza dell’Avvocato Gian Ettore Gassani presso i suoi studi legali a Milano e Roma, è sufficiente compilare il modulo disponibile nella sezione contatti.
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Le Sedi dello Studio dell’avv. Gian Ettore Gassani sono a:
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