Cos’è l’assegno di divorzio?
L’assegno di divorzio è una prestazione economica riconosciuta da un coniuge all’altro in seguito allo scioglimento del matrimonio civile o alla cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario. Non va confuso con l’assegno di mantenimento previsto durante la separazione.
Si tratta di una misura volta a garantire all’ex coniuge economicamente più debole un contributo equo, in base ai principi di solidarietà post-coniugale e di riequilibrio delle condizioni economiche.
I criteri per il riconoscimento dell’assegno di divorzio: cosa valuta il giudice?
La Cassazione ha più volte chiarito che l’assegno non è automatico e deve essere valutato caso per caso. I criteri principali sono indicati all’art. 5, comma 6 della Legge n. 898/1970 (legge sul divorzio), e integrati dalla giurisprudenza più recente.
1. Condizioni economiche dei coniugi
Il giudice valuta le condizioni economiche e patrimoniali di entrambe le parti, comprese:
- redditi percepiti (stipendi, pensioni, rendite);
- beni mobili e immobili;
- capacità lavorativa attuale e potenziale.
2. Durata del matrimonio
Più lunga è stata la durata della convivenza coniugale, maggiore può essere l’entità dell’assegno. I matrimoni durati molti anni possono giustificare un maggiore riequilibrio economico tra gli ex coniugi.
3. Contributo alla vita familiare
Il giudice considera il contributo dato da ciascun coniuge:
- alla gestione della casa,
- alla crescita dei figli,
- al supporto dell’attività lavorativa o professionale dell’altro.
Questo criterio riconosce il valore del lavoro domestico e di cura, anche se non retribuito.
4. Età e stato di salute del coniuge richiedente
Fattori come l’età, la salute e la possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro influiscono sulla decisione: un coniuge anziano o con patologie invalidanti avrà più difficoltà a essere autosufficiente.
5. Eventuali nuove convivenze o nozze
L’instaurazione di una nuova convivenza stabile e duratura, anche senza matrimonio, può portare alla revoca o alla riduzione dell’assegno divorzile. Il vincolo solidaristico post-coniugale, infatti, si estingue o si attenua in presenza di una nuova unione di fatto.
La svolta giurisprudenziale: il criterio composito
A partire dalla nota sentenza n. 18287/2018 della Cassazione, l’assegno divorzile ha assunto una funzione mista:
- assistenziale: tutela il coniuge economicamente debole;
- compensativa: tiene conto del contributo dato durante la vita matrimoniale;
- perequativa: mira a un riequilibrio economico tra le parti, laddove ci sia disparità.
Non si parla più solo di mantenimento di un tenore di vita analogo a quello goduto durante il matrimonio, ma di un principio di equità sostanziale, legato alla storia della coppia.
Come si calcola l’assegno di divorzio?
Non esiste una formula matematica unica, ma una valutazione discrezionale del giudice basata sulle prove fornite da ciascun coniuge. Tuttavia, i parametri comunemente utilizzati includono:
- confronto tra i redditi netti mensili;
- eventuale divario patrimoniale;
- bisogni del coniuge richiedente;
- durata del matrimonio.
Una consulenza legale qualificata è fondamentale per raccogliere e presentare correttamente tutta la documentazione utile: buste paga, dichiarazioni dei redditi, perizie, prove del tenore di vita, ecc.
L’esperienza dello Studio Legale Gassani
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L’avvocato Gian Ettore Gassani, noto in tutta Italia come avvocato matrimonialista, familiarista e divorzista, è autore di importanti pubblicazioni e presidente dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani (AMI). Lo studio garantisce un’assistenza personalizzata e altamente competente per la tutela dei diritti individuali e familiari.
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