“Al posto di madre…genitore 1”. Ecco i moduli scolastici di Milano.

Il comune di Milano, oggi sotto il potere del Partito Democratico, ha deciso di cancellare dai moduli scolastici le più belle parole del mondo ”mamma e papà” per sostituirle con “genitore 1 e genitore 2 “.

A mio parere, di progressista e di moderno questa scelta non ha proprio niente. Anzi mi sembra tanto il contrario, una sorta di dittatura “culturale” di pochi che intende subdolamente imporre il proprio credo al popolo senza nemmeno degnarsi di dare una spiegazione.

Le ragioni di tale scelta sono state confermate dalla consigliera del Pd, tale Iardino. Il messaggio è questo : occorre preparare il terreno per i genitori del futuro che non necessariamente saranno mamma e papà.

Stiamo parlando di ciò che non esiste nel nostro Paese e che non è ancora stato dibattuto dalla gente. Stiamo parlando per l’ennesima volta di qualcosa che ha il sapore di radical chic che non porterà da nessuna parte.

Eppure il comune di Milano gioca “ad anticipare i tempi” e ad atteggiarsi a progressista. E poco importa in questo discorso il fatto che il comune meneghino abbia giustamente deliberato il registro delle unioni civili (che è tutt’altra storia).

In Italia non esiste una legge nazionale che regoli la vita delle coppie di fatto né che consenta a due conviventi dello stesso sesso di essere genitori dello stesso bambino.

Ritengo che sarebbe il caso di parlarne, una volta per tutte, senza titubanze e guardando in faccia alla realtà. Le coppie di fatto oggi sono un esercito, vanno tutelate, non bisogna girare la faccia dall’altra parte. Siamo già fuori tempo massimo. È vero.

Mi batterò fino alla fine per sostenere che si è famiglia anche senza matrimonio.

In questo mi sento profondamente progressista.

Ma riconoscere le coppie di fatto non significa togliere qualcosa a qualcuno: significa dare e basta!

Parlare invece di adozione di bambini da parte di coppie omosessuali è altra storia.

Bisogna parlarne, ma poi bisogna capire cosa fare senza provocare la stragrande maggioranza degli italiani con queste prese di posizione.

Ora augurarsi (perché di questo si tratta) che un domani le coppie gay possano adottare e fungere da genitori al 100% al pari dei genitori biologici, non deve significare che oggi sia lecito e politicamente corretto togliere da un modulo le parole “ padre e madre”.

Siamo arrivati al punto che è considerato “retrò” scrivere la verità su un modulo.

Il 99% dei genitori sono biologici. Esistono madri e padri che hanno generato. Per l’1% che vuole le adozioni dei gay cancelliamo dai moduli padri e madri?

Allora si poteva fare meglio a Milano e cioè far dichiarare la verità nel modulo senza ipocrisia. Del resto i genitori gay non esistono per la legge italiana, quindi che senso ha indicare “genitore 1 e genitore 2”? Solo uno sarà genitore, l’altro no.

Di qui la demagogia della politica che crede di elevare l’asticella della cultura di un popolo, ma che invece finisce con il perdere il contatto con la gente e il comune sentire.

La polemica è esplosa in rete quando una madre milanese ha compilato il modulo e lo ha firmato cancellando “genitore 1” e sostituendolo con quello di “madre”.

Mater sempre certa est…tranne che “per la Milano da bere” di oggi…

Non sono i moduli o le imposizioni “culturali” che facilitano le rivoluzioni.

Bisogna saper veicolare i messaggi.

Può una madre essere felice di nascondere se stessa e firmarsi sotto un generico “genitore 1”?

 

Roma, il 4 marzo 2014

Avv. Gian Ettore Gassani