L’affidamento super esclusivo dei figli è uno degli aspetti più delicati nelle separazioni, nei divorzi e nelle procedure di coppie non sposate. Il principio generale stabilito dalla legge italiana è quello dell’affidamento condiviso, volto a garantire il diritto del minore a mantenere un rapporto equilibrato con entrambi i genitori.
Tuttavia, in alcuni casi particolari, il giudice può disporre l’affidamento esclusivo e, in situazioni ancora più eccezionali, l’affidamento super esclusivo.
Ma cos’è l’affidamento super esclusivo? Quali sono le condizioni per ottenerlo? In questo articolo analizzeremo la normativa vigente e i presupposti per l’applicazione di questa misura.
Cosa si intende per affidamento super esclusivo?
L’affidamento super esclusivo è una forma di affidamento nella quale tutte le decisioni relative alla vita del minore vengono assunte da un solo genitore, senza obbligo di consultare l’altro. Questa misura si distingue dall’affidamento esclusivo tradizionale, in cui il genitore non affidatario conserva il diritto di essere informato e di partecipare, seppur in misura ridotta, alle scelte più importanti per il figlio.
In pratica, con l’affidamento super esclusivo:
• Il genitore affidatario ha piena autonomia decisionale su salute, istruzione, educazione e residenza del minore.
• Il genitore non affidatario non ha alcun potere decisionale né obbligo di essere informato, salvo eventuali restrizioni stabilite dal giudice.
• È una misura eccezionale, adottata solo in presenza di motivazioni gravi e documentate.
Le basi normative dell’affidamento super esclusivo
La normativa di riferimento è contenuta negli articoli 337-ter e 337-quater del Codice Civile, i quali stabiliscono che l’affidamento condiviso è la regola generale, mentre l’affidamento esclusivo è una misura eccezionale, disposta solo quando l’interesse del minore lo richiede.
Anche se il concetto di “affidamento super esclusivo” non è esplicitamente previsto dalla legge, esso è stato riconosciuto dalla giurisprudenza in diversi casi, quando la presenza dell’altro genitore è ritenuta dannosa o non compatibile con il benessere del minore.
Possiamo affermare che l’affidamento super esclusivo sia l’anticamera del provvedimento di
sospensione della responsabilità genitoriale.
Quando può essere disposto l’affidamento super esclusivo?
Per ottenere l’affidamento super esclusivo, devono sussistere condizioni gravi e documentate che dimostrino l’inadeguatezza dell’altro genitore.
Alcuni esempi sono:
• Condotte pregiudizievoli: maltrattamenti, abuso di sostanze stupefacenti, alcolismo, violenza domestica.
• Incapacità genitoriale: trascuratezza grave, disinteresse nei confronti del figlio, comportamenti che mettono a rischio la stabilità psicologica del minore.
• Ostruzionismo genitoriale: alienazione parentale o strategie volte a ostacolare il rapporto del minore con l’altro genitore.
• Inadempienze gravi: mancato rispetto degli obblighi di mantenimento o delle decisioni giudiziarie.
In questi casi, il giudice può ritenere opportuno eliminare ogni interferenza dell’altro genitore e attribuire al genitore affidatario un potere decisionale esclusivo su ogni aspetto della vita del minore.
Come richiedere l’affidamento super esclusivo?
L’affidamento super esclusivo deve essere richiesto nell’ambito di un procedimento giudiziario, presentando prove concrete che dimostrino l’inidoneità dell’altro genitore.
Il giudice valuterà:
• Le relazioni dei servizi sociali e degli psicologi forensi nell’ambito di una CTU.
• Le segnalazioni di abuso o trascuratezza.
• L’eventuale pregiudizio psicologico o fisico per il minore e la capacità del genitore affidatario di garantire una crescita equilibrata al figlio.
La decisione del giudice verrà presa sempre nell’interesse del minore, principio cardine di ogni provvedimento in materia di affido.
Conclusione
L’affidamento super esclusivo è una misura straordinaria che viene adottata solo quando il benessere del minore lo richiede in modo evidente. Sebbene la legge italiana privilegi l’affidamento condiviso, esistono situazioni in cui un solo genitore deve assumere tutta la responsabilità decisionale, per garantire al figlio una crescita serena e priva di conflitti dannosi.
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