Una volta che si aiuta una figlia a comprare casa in vista delle nozze, prestandole dei soldi, è inutile pensare che se le cose dovessero andare male, quella somma può essere chiesta indietro all’ex genero. Gli ex suoceri non possono pretendere dall’uomo la restituzione dei soldi dati alla coppia per acquistare la casa coniugale.
Lo sottolinea la Cassazione dando ragione a un ex marito che aveva detto “no” alla richiesta degli ex suoceri di riavere indietro i 18 milioni con i quali, negli anni ’90, avevano aiutato la figlia e suo marito ad acquistare un appartamento.
Dopo la separazione dei coniugi, gli ex suoceri avevano chiesto all’uomo la restituzione della somma.
In primo grado il marito era stato condannato a restituire l’importo mentre in appello i giudici di Milano diedero torto agli ex suoceri che, invano, hanno protestato in Cassazione per cercare di riavere i milioni anticipati.
La Cassazione (sentenza 8386), condividendo il verdetto della Corte d’Appello di Milano, ha sottolineato che i suoceri non possono pretendere la restituzione della somma perchè «è costume diffuso, nell’attuale società, che i genitori aiutino anche finanziariamente i figli al momento del loro matrimonio, in un contesto di solidarietà familiare che si presume gratuito». Solo se gli ex suoceri avessero dimostrato, prove alla mano, di aver accordato un prestito con tassi di interesse, e clausole sui tempi di restituzione, allora avrebbero potuto reclamare “l’anticipo” prestato.
IL MATTINO